Traduzione di questo articolo : http://www.gestionmentale.org/articles_en_ligne/08-Echelle_de_comprehension.pdf
Un utile strumento dalla pedagogia dei gesti mentali
La scala di comprensione : dal corpo alla scrittura
Il corpo
Da piccoli capiamo tramite il corpo. Ci identifichiamo con le cose che vogliamo capire, pretendiamo di essere la cosa da capire, ci immaginiamo di percepire ciò che percepiamo, abbiamo la sua stessa forma, ecc.
Gli oggetti
Poi ci mettiamo a manipolare degli oggetti. Cubi, pietre, tutto va bene.
Il disegno
E poi scopriamo la rappresentazione grafica. I nostri scarabocchi rappresentano il nostro corpo, quelli degli altri e degli oggetti circostanti.
Lo scritto e l’orale
Ancora più tardi, scopriamo che le nostre parole, gli oggetti, gli altri e pure noi stessi si possono condensare in una sola parola.
Ci sono voluti anni per passare dal corpo alla scrittura, passando attraverso gli oggetti e i disegni.
Una volta che la scrittura è acquisita, l’orale ha lo stesso status: sappiamo trascrivere quello che noi udiamo o diciamo, senza difficoltà.
Possiamo disporre tutto questo in una sorta di scala :
• • • • | corpo |
• • • | oggetto (3D) |
• • | disegno (2D) |
• | scritto / orale (1D) |
3D, 2D, 1D : tridimensionale, bidimensionale, unidimensionale
Per capire, possiamo usare lo stesso percorso in senso inverso.
Le spiegazioni orali o scritte non sono sufficienti: tutto ciò mi invita a passare al livello del designo.
Le illustrazioni, i disegni, i diagrammi non sono sufficienti: tutto mi invita a passare al livello degli oggetti.
Anche gli oggetti lasciano un senso di mistero: io stesso posso diventare ciò che cerco di capire, posso mettere il mio corpo in gioco.
Prendiamo l’esempio di un’addizione di frazioni. Mi viene chiesto di calcolare 1/2 + 1/3.
Mi dico « uno su due, più uno su tre. » Ma questo non mi porta da nessuna parte1.
Provo a fare 1 + 1 e 2 + 3, ma mi si dice che il risultato non è 2 di 5.
Poi posso passare al disegno.
Come posso disegnare ciò? …
Con torte, rettangoli, linee … tagliarli in due e tre può andare bene, almeno per alcuni.
Ci sono molti modi per disegnare questa addizione, ma nonostante la varietà di rappresentazione, non mi è ancora chiaro.
Con degli oggetti faccio un mezzo, e anche terzo. Posso addizionarli. Come per i disegni, vi sono diversi modi. Alcuni capiscono, ma per me un qualche dubbio sussiste.
Così, da solo o in gruppo, organizzo una scenetta. Divento un mezzo, un terzo: giocando io stesso la scenetta, facendo la parte del regista o dello spettatore.
Le trappole
1. Credere che un livello si è esaurito, mentre ci sono molti modi di dire, scrivere, disegnare, fare con gli oggetti e con il corpo. Qui la gestione mentali fornisce uno sguardo valido sulle varianti possibili (parametrica, progettuale, ecc.).
2. Credere che la scenetta, la manipolazione, il disegno, lettura ad alta voce o la scrittura siano sufficienti.
E’ un errore comune. Per evitarlo, occorre evocare (e fare evocare) il passaggio da un livello all’altro.
E’ l’evocazione che permette di passare da un livello della scala ad un altro livello.
E’ il passaggio da un livello della scala ad un altro che permette l’evocazione.
© F. C. Rava-Reny, 21/05/2011-18/07/2012, http://www.rava-reny.com
1. E per una buona ragione: questo modo di dire è scollegato dalla realtà del fenomeno …
(un grand merci à Yves pour sa traduction !)